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12/04/17

13 Reason Why: una serie sul bullismo e sul cyberbullismo


Ho finito qualche giorno fa di vedere la serie 13 Reason Why, uscita da poco in streaming  e su Netflix, basata sul romanzo "13" dello scrittore Jay Asher.
Il tema trattato è molto forte: si parla del suicidio di una liceale, Hannah Baker, e consiste in tredici episodi, ognuno dei quali contiene un motivo che ha spinto la giovane a compiere quest'atto estremo.
Non vi dico nient'altro perchè non voglio svelarvi nulla che possa rovinare la visione.
Lo consiglio però a tutti i giovani che stanno frequentando il liceo o lo hanno già terminato, ai genitori degli stessi e agli insegnanti.
Alcune scene sono molto forti (come quella del suicidio, o alcune scene di violenza sessuale piuttosto esplicita) , ma non è uno dei soliti film che tratta di amore adolescienziale,depressione, ecc..
Si analizzano azioni di routine e la conseguenza che possono avere se non si riflette prima di agire.
Si parla della sofferenza che può causare un commento di troppo, un gossip, una voce falsa. Si parla di bullismo. Violenze di gruppo che posso segnare fortemente la vita di una persona,
Voci messe in giro che possono rovinare per sempre la reputazione. 
Molto spesso nella nostra vita critichiamo le azioni altrui o sentiamo il bisogno di interessarci a ciò che fanno gli altri nella propria vita: risultiamo indiscreti, ma non pensiamo di far del male a nessuno. E infatti una voce indiscreta se viene riferita da una sola persona non causa alcun danno: quando però comincia a diffondersi, quando tutti ne vengono a conoscenza o la ingigantiscono ancor di più, ecco, in questo momento diventa pericolosa.
Ma come si può diffondere un gossip? Una volta c'era solo il passaparola, si diceva "voci di corridoio"...
Oggi non è più così: è l'epoca dei social network, di whatsapp.
Bastano pochi secondi per inviare una foto, un video, in qualsiasi parte del mondo.
Basta un click per rovinare per sempre la vita di un persona.
Basta un semplice commento (anche anonimo) scritto in un momento di noia, privo di riflessione o coscienza; la verità è che dietro un schermo non si è mai sè stessi, ci si sente più forti o si ritiene di poter fare quello che dal vivo non si farebbe mai. Si parla spesso di "leoni da tastiera",no?
Ma quello che mi ha colpito ancor di più della serie è come viene affrontata la dinamica di gruppo. L'insieme fa la forza.
 Infatti tutti coloro che hanno bullizzato Hannah Baker non sentono inizialmente alcun senso di colpa, perchè sono intenti a guardare le colpe altrui.
Si accusano a vicenda: c'è chi pensa di aver fatto cose meno gravi, e si sente libero da un peso,
C'è chi si ostina  a voler nascondere la verità, per paura delle possibili conseguenze.
A questo aggiungiamo infine l'indifferenza: un'arma letale, il silenzio assordante di coloro che 
fingono di non vedere, fingono che qualcosa non li riguardi e accettano la situazione.






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