Dal 29 ottobre scorso al 17 aprile 2017 il museo di Santa Caterina a Treviso ospita la mostra "Storie dell'impressionismo", organizzata per celebrare i vent'anni di attività dell'associazione culturale Linee d'Ombra, ideata e diretta dal critico d'arte Marco Goldin.
Le mostre organizzate in questi ultimi anni da Goldin e il suo seguito hanno avuto molto successo, sia in termini di visitatori sia per quanto riguarda le opere di valore inestimabile che sono state esposte.
La domanda alla quale voglio rispondere è questa: "Storie dell'impressionismo" si è dimostrata all'altezza delle aspettative?
A mio parere, la risposta è un SI.
In primo luogo focalizziamoci sulla parola storie. Sono presenti realmente delle storie all'interno della mostra?
Si. Possiamo trovare le storie dei singoli artisti, raccontate in cartelloni che affiancano le opere, le quali si mischiano con la vera e propria storia evolutiva del movimento impressionista.
Quest'ultima vede Ingres come punto di partenza,legato alla ritrattistica e all'atmosfera "familiare"; passa poi per Delacroix, che si fa portavoce di alti principi morali e politici; continua con Monet, che dà lo spunto iniziale per la nuova pittura en plein air; si conclude infine con Van Gogh e Gauguin, verso il simbolismo.
In questo contesto l'impressionismo viene inteso più come movimento di idee che come movimento pittorico.
All'interno della mostra ci si aspetta quindi di vedere tecniche pittoriche totalmente differenti, tematiche che variano senza un ordine ben preciso: questo perchè ogni pittore impressionista offre all'osservatore la propria interpretazione degli aspetti della realtà che più lo aggradano.
La prima mostra impressionista (Primiere Exposition), datata 1874, fu organizzata presso lo studio del famoso fotografo Nadar, al numero 35 di Boulevard de Capucines a Parigi.
Gli artisti si presentarono al pubblico sotto il nome di Societè Anonyme des Artistes Peintres, Sculpteurs, Graveurs.
Non fu sicuramente una coincidenza il fatto di essere ospitati da un fotografo: la fotografia, infatti, aveva gli stessi obiettivi dell'impressionismo, nonchè riprodurre un'immagine il più possibile fedele alla realtà.
Nel loro intento gli impressionisti si concentrano sulla luce e sui colori, più che sul disegno e sulle forme, poichè sono la prima cosa che il nostro occhio riesce a percepire; adottano quindi tecniche diverse rispetto al passato, accostando colori puri e abolendo il chiaro-scuro.
Ci sarebbe molto altro da dire riguardo questo movimento, ma evito di dilungarmi ulteriormente...
Ecco alcune delle opere che mi hanno colpito maggiormente:
- Ritratto di Madamoiselle Irene Cahen d'Anvers,Renoir
Non a caso questo dipinto è stato scelto come emblema della mostra.
L'avevo sempre visto raffigurato nei libri di scuola o in alcune immagini sul web,
ma dal vivo è tutt'altra cosa.
ma dal vivo è tutt'altra cosa.
Mi ha colpito principalmente lo splendore dello sguardo della fanciulla: è come se Renoir fosse riuscito a creare una sorta di "trasparenza", di luccichio.
Uno sguardo sfuggente, sognante(come quello di ogni bambino),intento ad osservare altro, che incuriosisce l'osservatore.
Una luce del tutto naturale la investe, illuminandole la lunga chioma ramata e la leggiadra veste bianca e azzurra.
Ancora una volta l'attenzione va al colore: molto forte è infatti il contrasto tra il rosso ramato dei capelli e il verde scuro della vegetazione alle sue spalle.
- Cipressi con due figure, Vincent Van Gogh
Non è, a mio parere, una delle opere più significative di questo artista, ma mi ha colpito molto la tecnica pittorica con la quale è stato dipinto.
Le pennellate, pastose e dense, delineano ogni elemento del paesaggio. Una singola pennellata può servire per raffigurare una nuvola, un ramo del cipresso, il volto delle due donne: tutto grazie al colore. La scena dà l'idea di qualcosa di dinamico, in continuo movimento, come se la campagna fosse investita tutto d'un tratto da un forte vento.
Segnalo inoltre, tra gli artisti emergenti, una piacevole scoperta👌,Matteo Massagrande, al quale è dedicata una piccola sala all'interno del museo. Egli dipinge interni di abitazioni, modellati dal gioco di luce e ombre, molte delle quali sembrano vere e proprie foto!